Vai al contenuto del sito

Edizione 2020 | Registrazioni chiuse

facebook Instagram linkedin

Categoria Artista

Si è distinto per il progetto o l’opera più interessante  concepita o divulgata in ambiente digitale nel 2020

Domenico  Barra

Domenico Barra

Deus Ex Machina

Deus Ex Machina è il progetto di Domenico Barra che propone una contro-narrazione in cui la vita umana è esaltata dalle macchine, dove l'intelligenza umana è in simbiosi con l'intelligenza artificiale. Gli eventi extra-ordinari che condizioneranno questa relazione tra l'essere umano e la macchina non dovranno essere percepiti come il limite ma opportunità di miglioramento. Accettare gli errori, comprenderli, trovare soluzioni, superarli. Una nuova intelligenza, una nuova pelle. Una nuova vita. Una nuova natura. Una nuova società. Un nuovo essere umano.

Le animazioni del video sono state generate dal computer grazie all'utilizzo di GANtools, un ambiente di lavoro per programmi autonomi, nello specifico Generative Adversarial Network [GAN], sviluppato dall'artista Liz Everett. Per generare le singole animazioni la macchina ha ottenuto le informazioni da un dataset di immagini presente su GANbreeder, una piattaforma dedicata alla sperimentazione artistica con il Machine Learning. Una di queste animazioni, quella centrale, è stata poi elaborata in post-produzione. Qui è stato aggiunto un ulteriore livello creando una fusione di composizione con un'animazione ottenuta con la tecnica dello stop-motion dove ho utilizzato dei frame realizzati con la tecnica del databending. Questa, usata dagli artisti della Glitch Art, viene applicata lavorando direttamente sulla struttura dei dati che compongono un'immagine. Questi dati sono memorizzati e contenuti nei formati digitali (.JPG, .PDF, .MP4...) e vengono interpretati dai software per elaborarli in informazioni e permettere così il displaying di contenuti digitali sugli schermi. Attraverso l'alterazione di questi dati con l'uso improprio di software in fase di interpretazione dei dati, in questo caso ho utilizzato due editor di testo e per il calcolo esadecimale, riusciamo a mettere le macchine nella condizione di generare degli artefatti glitch al momento del salvataggio. Il lavoro è stato quello di mettere tutte queste tecniche e processi in comunicazione. Assemblare, curare e supervisionare le componenti generate dalle macchine. Un buon motivo per lavorare e collaborare con macchine intelligenti potrebbe essere quello di stabilire delle connessioni.
Il video presentato per il Premio Cinello Unlimited è stato anche incluso nella pubblicazione "Arte e tecnologia del terzo millennio. Scenari e protagonisti, I Quaderni della Collezione, Vol. II", della Collezione Farnesina.
https://collezionefarnesina.esteri.it/collezionefarnesina/it/pubblicazioni/arte-e-tecnologia-del-terzo-millennio.html

Collettivo D.A.P.A.

Collettivo D.A.P.A.

Onlife

Durante l’emergenza da Covid-19, John Cascone, Arianna Desideri e Jacopo Natoli hanno elaborato 3 interventi artistici, realizzati tra aprile e maggio 2020, mossi dal desiderio di guardare al limite come potenzialità e risemantizzare la funzione e l’utilizzo delle piattaforme digitali di comunicazione. Sconfinare tra online e offline creando modalità ibride, onlife.

Nello specifico, ZOOM si è rivelato il supporto adatto per immaginare scenari alternativi e inventare forme di sim-patia collettive. Le room sono divenute ambienti aperti all’imprevisto e alla molteplicità invisibile. L’apparato visivo e l’interazione sonora tra gli-le utenti sono stati i punti di partenza per creare atmosfere immersive e dare vita a comunità estemporanee.

Marcin  Gierat

Marcin Gierat

Man in the Glass

Man in the Glass è il progetto espositivo del fotografo polacco Marcin Gierat, promosso on line da Zuecca Projects, rende omaggio alla preziosa tradizione del vetro di Murano. Coinvolte nel progetto alcune tra le migliori e più antiche vetrerie di Murano: Barovier&Toso, NasonMoretti, Schiavon Art Team. Utilizzando una tecnica fotografica di metà Ottocento – la fotografia al collodio umido – e adoperando una macchina fotografica risalente al XIX secolo, Gierat imprime le sue fotografie direttamente su lastre di vetro, anziché pellicola. Il risultato sono una serie di ritratti su vetro unici e irriproducibili. La mostra Man in the Glass è stata presentata a Venezia (5 settembre - 10 ottobre 2020), in occasione della The Venice Glass Week, aggiudicandosi la Special Recognition del Bonhams Prize for the Venice Glass Week. Ospitati presso lo Squero Castello, i ritratti in vetro sono accompagnati dall’opera video realizzata da Illumina Film, che trasporta lo spettatore nella quotidianità e unicità della vita dei maestri muranesi, in un racconto corale tra le fornaci e le calli di Murano.

Marcello  Maloberti

Marcello Maloberti

Martellate_project

Questi post graffianti e sfacciati non possiedono un ordine cronologico, ogni scritto è autonomo.
Una raccolta digitale di una moltitudine di voci, una marmellata psichedelica di contenuti e temporalità: questo è Martellate_Project, la trentennale raccolta a voce scritta di momenti di vite dell’artista Marcello Maloberti. Un libro virtuale in divenire, che si manifesta attraverso l’immediatezza del linguaggio e delle immagini che lo compongono. Queste sono le caratteristiche principali delle frasi, che si succedono nella pagina Instagram a colpi di slogan. Titoli ironici, diretti e irriverenti che conservano la freschezza delle conversazioni orali. Aforismi rinnovati, epigrafi che spaziano dalla poesia all’ironia, dall'uso del linguaggio verbale alla frase rubata, in un’incessante sovrapposizione di umori e di registri formali.
Martellate_Project è un flusso di coscienza composto da note, disegni, collage, suoni rubati da altri contesti (dai social o da YouTube), registrazioni, opere, video originali e frammenti di immagini. Un linguaggio performativo che descrive eventi quotidiani e che raccoglie le suggestioni dei contesti urbani. Una narrazione umana che si nutre dell’altro, della realtà, delle relazioni; in quest’ottica attraverso post, storie, storie in evidenza, il progetto si è aperto a collaborazioni, take over con artisti di ogni generazione che si confrontano con il progetto, per dare voce a una coralità ampia e multiforme. Più voci, che danno voce a corpi assenti, in questo periodo di vuoti, vuoto.
Questi scritti ingombranti e taglienti, questo libro di titoli che non necessita di altre spiegazioni, mostra la crisi delle narrazioni lunghe in favore di una vita fatta di istanti. Rimane solo il titolo, dove nell’inizio c’è anche la FINE.

Vincenzo  Marsiglia

Vincenzo Marsiglia

Un ritratto per unirci

Nel contesto di quarantena iniziato nel marzo 2020 è nato il progetto “Un ritratto per unirci” di Vincenzo Marsiglia. Il progetto, sviluppato nell’arco di tre mesi, ha implicato oltre 400 persone, dal mondo dell’arte e della cultura ma non soltanto, tanti medici, infermieri, nuovi eroi che lottano quotidianamente e appassionati d’arte che credono nel potere innovatore dell’arte. Il progetto ha rapidamente oltrepassato le frontiere dell’Italia, paese dell’artista, ed è stato accolto con entusiasmo in diversi paesi perché l’arte proietta nuove immagini e nuove rappresentazioni nell’immaginario dello spettatore e permette di generare un pensiero nuovo, una luce salvifica e la speranza di un mondo migliore. I ritratti d’arte di Vincenzo Marsiglia sono un gesto rappresentativo dell’era digitale e sono anche un simbolo di speranza e espressione di un pensiero positivo e universale.
L’intento è stato quello di creare una comunità reale e virtuale chiedendo un Selfie che è stato rielaborato in un vero e proprio ritratto digitale grazie all’ausilio dell’applicazione
Interactive Star App, creata nel 2012. Un ritratto digitale che come tutte le sue opere si sviluppa a partire da una stella a quattro punte che è diventata con il tempo il suo segno
distintivo. Comunità virtuale perché il progetto nasce tramite i social come Instagram e Facebook dove ogni giorno, dal 4 aprile, una serie di ritratti è stata pubblicata.

Marinella  Senatore

Marinella Senatore

We rise by lifting others

Dal 3/12/20 al 7/02/21 Palazzo Strozzi a Firenze presenta We Rise by Lifting Others, nuovo progetto dell’artista Marinella Senatore, invitata a proporre una nuova riflessione sull’idea di comunità, vicinanza e relazione in un’epoca in cui il concetto di distanziamento sociale sta condizionando la vita quotidiana di tutte le persone. Il progetto è costituito da una grande installazione per il cortile, ispirata alle luminarie della tradizione popolare, e un programma di workshop partecipativi, appositamente creati dall’artista per la dimensione online e incentrati sull’idea di attivazione sociale e di costruzione di comunità attraverso la pratica performativa. In parallelo, si terranno numerose attività online rivolte a tutto il pubblico attraverso i canali digitali di Palazzo Strozzi e dedicate ad approfondire i temi e le suggestioni dell’iniziativa. Il progetto è inteso come una piattaforma di collegamento tra individui, in presenza e a distanza. Lo spazio pubblico del cortile di Palazzo Strozzi e quello privato di ogni persona si uniscono in una reale riflessione sul concetto di comunità: un’opera aperta dove più livelli di visione, ascolto e interazione si ampliano e si sovrappongono attraverso una pratica di cura delle persone verso se stesse e lo spazio che vivono.

Massimo  Uberti

Massimo Uberti

Spazio Amato

SPAZIO AMATO è la grande installazione neon che l’artista Massimo Uberti ha realizzato per l’edizione 2020 di Hypermaremma come omaggio al paesaggio d’eccezione della terra di Maremma. Presentata all’interno della cornice dell’oasi naturalistica WWF Lago di Burano, l’opera si pone il presupposto di entrare in dialogo con il paesaggio circostante, divenendo una straniante “didascalia” in grado di far riflettere lo spettatore sul carattere unico del territorio e sulla necessità di tutelarlo e custodirlo nel tempo.

Concepita dall’artista durante il lockdown, la grande installazione ha preso forma partendo dal presupposto di affrontare il problema di come un’opera d’arte, sopratutto ambientale, potesse essere fruita in una contingenza anomala come quella del 2020. Grazie alle caratteristiche iconiche e di forte impatto visivo, l’opera si è tramutata inoltre in un messaggio personale di ogni singolo visitatore, affidato al web e ai social networks utilizzati per la sua diffusione.

La ricerca di Massimo Uberti, da sempre focalizzata nell’articolazione espressiva del paradigma della luce come spazio possibile e rivelato, utilizza anche in questa occasione la fonte luminosa del neon come traccia semantica per ridisegnare il paesaggio che ospita l’intervento. SPAZIO AMATO traduce il tempo che stiamo vivendo in ricordo attraverso un’apparizione evanescente e poetica che irrompe per un breve attimo nell’immutabilità del territorio maremmano.
Oggi, grazie all’intervento delle Terre di Sacra, l’opera diventerà parte integrante del territorio in maniera permanente, essendo ogni anno re-installata nella meravigliosa cornice dell’oasi di Burano.


Categoria Giornalista

Il migliore articolo di carattere divulgativo in ambito arte, cultura, innovazione digitale, scritto nel periodo e pubblicato (anche) su piattaforma digitale (website,  app, canali social)


Nicolas Ballario

Nicolas Ballario

Te la do io l'arte

“Te la do io l’arte” è la trasmissione di Radio RAI UNO dedicata all’arte contemporanea condotta da Nicolas Ballario. Un approfondimento settimanale che ha come obiettivo quello di spiegare in modo semplice l’arte contemporanea al grande pubblico. La puntata più rappresentativa (e candidata a Cinello Unlimited) è andata in onda a giugno 2020. Tra gli argomenti trattati: la percezione dell’arte, attraverso un assurdo sondaggio che dice che per la gente quello dell’artista è il mestiere più inutile; l’incredibile vita di Tracey Emin, straordinaria artista non abbastanza conosciuta al grande pubblico, diventata un simbolo per tutte le donne, attraverso una storia fatta di alienazione, abusi, violenze, ma anche di incredibili successi nel segno dell’arte; poi un’intervista a Vincenzo de Bellis, curatore del Walker Art Center di Minneapolis: dalle sue parole viene descritta la partecipazione attiva del mondo dell’arte alle proteste legate al movimento Black Lives Matter', mostrando anche in Italia che l’indignazione nata dopo la morte di George Floyd ha visto persino un museo in prima linea.


Matteo  Bergamini

Matteo Bergamini

exibart Live! Magazine

exibart Live! Magazine è un progetto di trasformazione di un magazine d’arte: da giornale on paper e web a LIVE! per rispondere alle nuove necessità del nostro tempo. Il progetto si divide in tre capitoli: (1) Exibart.livetalks, “dirette instagram” a cadenza trisettimanale, dalla metà di marzo alla fine di maggio ‘20. Le interviste di exibart. livetalks sono state successivamente trasformate in podcast e rese scaricabili e ascoltabili gratuitamente tramite il sito e dal profilo spotify della rivista; (2) Exibart 108 (estate 2020): il primo numero online completamente interattivo. Attraverso il software Flash Player, exibart 108 è stato realizzato addizionando ai tradizionali articoli una serie di interviste ascoltabili attraverso podcast, video, gallery fotografiche a scorrimento e link di rimando ad altre pagine web. (3) La Rana (dicembre 2020): è in corso di pubblicazione un format intitolato “La Rana”, sul canale youtube nonché sul sito di exibart. Attraverso la piattaforma ZOOM sono realizzate in presa diretta dieci video-interviste con l'intenzione di dare spazio a pensieri critici sulla situazione italiana.ergamini

Stefano Bucci

Stefano Bucci

Europa, città aperta

Stefano Bucci ha preso in esame sulle pagine del Corriere della Sera l’emergenza legata al coronavirus attraverso una riflessione sulle città, prima spogliate degli abitanti a causa del lockdown, poi rianimate con qualche titubanza; allo stesso modo si è imposto un modo nuovo di abitare gli spazi pubblici: all’aperto come piazze e strade; chiusi come scuole, teatri e anche ospedali. Renzo Piano è l’architetto-totale (ma ama definirsi anche architetto-condotto, come il medico umanista di una volta) che più di tutti ha ripensato i rapporti tra città — centro e periferie — e campagna, tra urbanizzazione e natura. In questa lunga conversazione con «la Lettura», summa e manifesto della sua riflessione intellettuale, alla vigilia dell’inaugurazione del ponte di Genova, svela una visione urbanistica (cioè felicemente politica) dell’Europa: non più continente, ma «una città unita» da idee e trasporti, reti ferroviarie e reti del pensiero.


Franco Fanelli

Franco Fanelli

Per le gallerie la pandemia era già iniziata prima

L’articolo “Per la gallerie la pandemia era iniziata prima”, su “Il Giornale dell’Arte” n. 409, luglio-agosto 2020, fa parte dei corsivi che in ogni numero della testata di cui è vicedirettore Fanelli dedica alle molteplici sfaccettature del sistema dell’arte contemporanea. Il pezzo in questione evidenzia come l’attuale emergenza sanitaria abbia colto le gallerie d’arte moderna e contemporanea in una fase di “crisi identitaria” e come il supporto digitale si fosse rivelato, ben prima della pandemia, un necessario strumento e “codice espositivo”, oltre a fornire il necessario supporto per l’economia delle stesse gallerie. Il digitale, dunque, non come “sostituto” ma come nuovo canale destinato, anche a emergenza rientrata, ad affiancare sempre più l’attività espositiva e collezionistica.

Silvia Granziero

Silvia Granziero

Forse con la cultura non si mangia, ma ci si difende dall'autoritarismo

La redazione di THE VISION propone come sempre un articolo corale (a cui collaborano diverse persone insieme) a carattere di inchiesta e ricerca, per stimolare la riflessione nell’ecosistema digitale. I successi e i riconoscimenti dei ricercatori in campo umanistico all’estero fanno notizia, perché in Italia non siamo abituati a pensare alle cosiddette scienze umane come a qualcosa di utile per la vita quotidiana, né tantomeno di spendibile sul mercato del lavoro. Questa scarsa considerazione è frutto di una netta separazione dei saperi, di un dibattito politico nel quale trattare con disprezzo gli intellettuali è normale e di anni di disinvestimenti nella ricerca, specialmente nelle materie umanistiche.

La cultura oggi resta però essenziale, non solo come bagaglio personale dei singoli, ma anche come strumento per la vitalità della società stessa e di difesa della democrazia.



Categoria Progetto

La migliore campagna/progetto/piattaforma digitale  veicolata via web nel periodo selezionato.

Cactus Magazine

Cactus Magazine

Luca Smorgon & Simone Rossi

Cactus nasce come esperienza editoriale nel 2015 con l’intento di mappare la scena artistica emergente contemporanea attraverso l’uso dell’immagine come suo peculiare strumento narrativo. Oggi Cactus si configura come studio creativo attento sia ai linguaggi editoriali più tradizionali che alle forme digitali più sperimentali, con una piattaforma web dedicata (cactusdigitale.com/panorama) e un magazine di cultura visuale distribuito internazionalmente. Entrambe le uscite del 2020 - sono stati pubblicati i numeri 10 e 11 del magazine – non hanno potuto che risentire del clima atipico e del contesto pandemico in cui hanno preso forma. Ogni numero nasce su carta e parimenti su piattaforma digitale. L’uscita cartacea è accompagnata da una strategia coordinata che tenta di restituire i contenuti del numero attraverso interventi digitali ad hoc. Attraverso collaborazioni con videomaker, artisti 3D e fotografi, i progetti si prefiggono di significare specificatamente per il supporto che li ospiterà presentando diversi livelli di lettura.

Fondamenta

Fondamenta

Ilaria Bonacossa

Artissima In Progress, il progetto digital della famosa fiera d’arte contemporanea torinese, è nata da una riflessione sulle complessità che il mondo globalizzato e il sistema dell’arte hanno affrontato durante i primi mesi di lockdown. È stata una fotografia della transizione di sistema in atto, un invito a sperimentare nuove modalità di incontro per scuotere la stasi, usando la creatività come reazione alle complessità del presente. Artissima In Progress è iniziato con “Fondamenta”, una vera e propria fiera digitale, per segnare la continua attività in progress della fiera. Fondamenta non è una viewing-room, non è una fiera virtuale, non è una mostra. Fondamenta è un progetto collettivo con le gallerie e per le gallerie al fine di creare nuove opportunità di contatto con il pubblico dell’arte. Firmata dal team di curatori di Artissima 2020, composto da Ilaria Gianni e Fernanda Brenner (Present Future); Lorenzo Giusti e Mouna Mekouar (Back to the Future); Letizia Ragaglia e Bettina Steinbrügge (Disegni); Valerio Del Baglivo (New Entries), Fondamenta ha presentato on line circa 200 opere in vendita di artisti scelti tra quelli rappresentati dalle gallerie partecipanti ad Artissima 2019.

Le Tipe Umane

Le Tipe Umane

Andrea Incontri & Tommaso Calabro

Dal 2016, Andrea Incontri sublima la propria passione per l’arte e per l’illustrazione, e soprattutto per le donne, realizzando le ormai iconiche Tipe Umane, che disegna sul suo account Instagram. Si tratta di figure femminili che prendono vita, ogni giorno, sotto forma di schizzi veloci, eppure dettagliatissimi, tracciati con un dito sullo schermo del suo smartphone, senza premeditazione ma con grande istinto creativo, e spesso sovrapposti a spezzoni di video quotidiani. Considerate come un esercito di figure femminili, Le Tipe Umane di Andrea Incontri sono state protagoniste di una mostra alla Tommaso Calabro Gallery di Milano. Per l’occasione è stata presentata anche l’edizione limitata del volume "Andrea Incontri Le Tipe Umane" pubblicato in collaborazione con Skira Editore. Un libro interamente illustrato che contiene l'opera del fashion designer, artista e architetto italiano che insieme a Caroline Corbetta (curatrice dell'esposizione) ha coniato il termine 'Le Tipe Umane' per descrivere delle donne disegnate a mano libera inizialmente su Instagram e successivamente stampate, ricamate e incorniciate con tessuti preziosi.

Letizia Battaglia, Palermo e la lotta alla mafia

Letizia Battaglia, Palermo e la lotta alla mafia

Istituto Italiano di Cultura di Berlino

L’Istituto Italiano di Cultura di Berlino presenta, attraverso un webdoc realizzato da G.Lughi, la mostra fotografica “Letizia Battaglia, Palermo e la lotta alla mafia”, inaugurata il 23/09/20. La mostra si svolge nell’ambito dell‘European Month of Photography Berlin ed è parte integrante del Progetto DediKa, un ambizioso ciclo di iniziative, approfondimenti ed incontri intorno a personaggi emblematici della cultura italiana contemporanea, che l’IICB realizza ogni anno. Il webdoc sfrutta la piattaforma EXTRA, uno spazio virtuale creato all’inizio della pandemia in cui caricare progetti digitali, complementari a quelli realizzati in forma di evento in presenza o esclusivamente online, che generino coinvolgimento e interazione con il pubblico. Il webdoc si è rivelato uno strumento decisivo ed essenziale dal 2/11/20, quando a causa delle misure restrittive sono stati chiusi al pubblico musei, collezioni e gallerie d’arte. La Visita virtuale della mostra dedicata a Letizia Battaglia propone tre diversi percorsi interpretativi così denominati: ‘Le fotografie’, visibili a pieno schermo, accompagnate da didascalie illustrative e da testi esplicativi del contesto storico, culturale e politico, ‘I Dettagli’, che propongono una visione ravvicinata ed emozionale delle fotografie, accompagnate da brevi citazioni testuali dell’artista, ‘La visuale a 360 gradi’, che offre un’esperienza immersiva della mostra, collocando il visitatore al centro dei diversi punti strategici e restituendo la dimensione soggettiva della visita.

Ren-Hang, Peacock

Ren-Hang, Peacock

Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci

Ren Hang Nudes, inaugurata il 4 giugno e aperta fino al 30 agosto 2020, a cura di Cristiana Perrella, ha presentato 90 fotografie provenienti da importanti collezioni internazionali, presentando per la prima volta in Italia la ricerca di quest’artista cinese (Changchun 1987- Pechino 2017) precocemente scomparso, divenuto famoso in tutto il mondo le sue immagini scottanti e allo stesso tempo permeate da un senso di mistero e da un’eleganza formale tali da apparire poetiche e, per certi versi, melanconiche.

E’ in occasione di questa mostra che il museo PECCI di Prato ha presentato anche un inedito progetto digitale: un filtro Instagram ispirato a una delle fotografie più note e iconiche di Ren Hang: Peacock (pavone). Il filtro, utilizzando il pavone come “oggetto di scena”, ha permesso agli utenti di ritrarsi nella stessa posizione della modella dello scatto originale, immersi in un’atmosfera fiabesca ed evocativa. Obiettivi del filtro -engagement: creare un’occasione di interazione degli utenti creando un link diretto con la mostra sfruttando un nuovo mezzo di promozione della piattaforma Instagram -promozione, far circolare il nome del Centro Pecci su un bacino di utenti molto ampio -marketing, attrarre nuovo pubblico, potenziali visitatori della mostra e del Centro -posizionamento, risposizionare il Centro giocando sui fattori visibilità / desiderabilità / coolness attraverso il coinvolgimento (gratuito) di influncer del mondo dell’arte Target - giovani, mondo dell’arte al momento impossibilitato a venire al Centro Pecci, pubblico straniero.

Azione Risultati Impression 417.898

Prova del filtro 46.486 Immagini scattate usando il filtro 13.430 Salvataggi del filtro nell’app 3.590 Condivisioni 1.883.

La combinazione di attività online e offline ha portato a un risultato inaspettato: il raddoppio degli ingressi medi giornalieri in paragone allo stesso periodo dell’anno precedente.

Seascape / Borders

Seascape / Borders

Davide Quadrio

Demanio Marittimo Km 278 è un festival di arte contemporanea giunto alla sua decima edizione, che si svolge ogni anno sulla spiaggia di Senigallia, nelle Marche. Il progetto si svolge in una sola notte, dal tramonto all’alba, dalle 6 pm alle 6 am, con tanti appuntamenti, incontri e conversazioni. Demanio Marittimo Km-278 (l’evento si chiama così perché si colloca al km 278 del litorale adriatico), è curato da Cristiana Colli e Pippo Ciorra. Il progetto di allestimento è selezionato per concorso, con un contest nel quale una scuola internazionale attiva una competizione tra i suoi studenti. Per l’edizione del 2020, Davide Quadrio ha predisposto e curato una narrazione anche digitale che partisse dalla presentazione dell’opera di Olivo Barbieri, Seascape #1 Night, China Shenzhen 05, collegando il litorale di Shenzhen al palcoscenico bianco costruito lo scorso anno per accogliere Turning, la performance di Alessandro Sciarroni. Tra i due eventi è stata messa insieme una selezione di contributi straordinari di artisti provenienti da luoghi diversi del complesso continente euroasiatico: ogni opera ha offerto un subtesto poetico del paesaggio marino, dai confini fluidi, in cui i limiti non sono solo sulla superficie, ma anche nella profondità degli abissi, o sulla cima delle montagne che collegano e separano l’estremo orientale del Mar Mediterraneo.




Categoria Premio di Studio

Il progetto artistico in ambito digitale più significativo realizzato da studenti che frequentano corsi di studi universitari.

Roberta Moglan

Roberta Moglan

"The Sign Academy", Firenze

Mi chiamo Roberta Moglan , ho venti anni e attualmente sto studiando "concept art" alla "The Sign Academy" di Firenze, cui obbiettivo del corso è di formare concept artist esperti nel visual development 2D e 3D per l’industria del videogioco italiana ed estera.
Per "concept art" (totalmente differente "dall'arte concettuale") si intende una "comunicazione fra due mondi": il mondo delle idee e quello del segno grafico, pertanto un concept artist non è altro che un traduttore di uno o più concetti.
Solitamente la "concept art" viene principalmente impiegata per film, quasi sempre fantasy o sci-fi, e nel campo dei videogiochi per la realizzazione di character, background, oggetti di scena, storyboard e tutto quello che ne compete.

La formazione di un "concept artist" parte dalle basi tradizionali di anatomia e prospettiva fino a portare queste ultime conoscenze nel digital painting e nella digital sculpting, utilizzando programmi quali "adobe photoshop" e "zbrush". L'obiettivo finale di ogni anno, per quanto riguarda la mia Accademia, è quello di riuscire ad unire queste due conoscenze e di lavorare a stretto contatto con designer e 3d artists al fine di creare un prodotto artistico coerente dalla fase di concept, alla produzione di in-game fino alla realizzazione della promo art, ovvero un videogioco finito e completo di copertina, pronto per essere messo su un possibile mercato o piattaforma.

Il traguardo principale però, è ovviamente quello di riuscire a trovare un proprio stile, capace di essere facilmente e immediatamente riconoscibile, anche se ad oggi è una vera e propria sfida con se stessi.
Nei lavori che creo cerco sempre di far focalizzare l'attenzione su uno o al massimo due soggetti, in una situazione dove i contrasti di luce e di ombra siano il fulcro di quello che la scena vuole esprimere. Non ci sono significati particolari dietro, perlomeno non in questi studi, poichè il mio fine era quello di trasmettere per ognuno un "mood" differente.

Nei primi tre ricorre particolarmente il colore blu il quale assume per tre volte un significato differente, se nella prima rappresenta la paura di ciò che si cela negli abissi nella seconda, attraverso il forte contrasto di luce, rappresenta una solitudine interiore che viene vinta, o potremmo vederla come "il bene che vince sul male". Nell'ultimo invece non vi è alcuna "storia" ma è una semplice illustrazione del piumaggio di un corvo.

"Diana" invece è la classica "Gioconda", un'opera alla quale il lettore può e deve dare una propria interpretazione. Il rosso può rappresentare rabbia, forza o passione, accostato a colori caldi come l'arancione talvolta può anche essere sinonimo di una sottile tristezza, ciò che però la ragazza vuole raccontare sta solo allo spettatore capirlo.

 

Beatrice Pamio

Beatrice Pamio

Laurea Magistrale in Arte, Valorizzazione e Mercato Università IULM, Milano

L’idea per una Skill Alexa della Triennale di Milano è nata dall’esigenza di comunicare in maniera più efficace le numerose iniziative proposte da quest’istituzione e per coinvolgere ulteriormente il pubblico. La possibilità di chiedere ad Alexa informazioni sul fitto programma di eventi e attività proposto da Triennale consente all’utente di conoscere a fondo e godere della ricca programmazione offerta. La Skill può essere utilizzata per fornire informazioni sulle mostre in corso, sugli oggetti presenti nella collezione permanente e sulle figure che ne hanno fatto la storia. Inoltre, questo strumento consente di creare visite guidate virtuali mediante l’utilizzo integrato di schermi o di dispositivi Amazon Echo Show e progetti sviluppati da artisti e performer in esclusiva per Alexa e pensati unicamente per questo strumento.

Francesco Mangiafridda

Francesco Mangiafridda

Accademia di Belle Arti di Verona

Quest'opera fa parte della serie Dysphoria, nel quale il mio intento è quello di esplorare e analizzare flussi di energia mentale corrosi e disfunzionali e il loro disforico rapporto con il contesto ambientale e sociale. Isolamento, costrizione e alienazione costringono il cervello, al limite del collasso, ad arricchire e amplificare l'angusta realtà a disposizione tramite visioni e illusioni multisensoriali. In questo progetto, la serie Dysphoria si insinua in un infantile viaggio onirico. Fobie, paure e paranoie prendono forma rivelando glitch psicoemotivi, le cui ripercussioni generano rapporti disfunzionali con l’ambiente esterno tramite distorte modalità di pensiero e di azione che invadono l'inconscio. Nota per la fruizione dell’opera tramite Youtube: È possibile ruotare la visione premendo e trascinando con il mouse/dito sul video oppure ruotando lo smartphone.