Cinello Unlimited - Edizione 2020
Categoria Artista
Si è distinto per il progetto o l’opera più interessante concepita o divulgata in ambiente digitale nel 2020
Domenico Barra
Deus Ex Machina
Le animazioni del video sono state generate dal computer grazie all'utilizzo di GANtools, un ambiente di lavoro per programmi autonomi, nello specifico Generative Adversarial Network [GAN], sviluppato dall'artista Liz Everett. Per generare le singole animazioni la macchina ha ottenuto le informazioni da un dataset di immagini presente su GANbreeder, una piattaforma dedicata alla sperimentazione artistica con il Machine Learning. Una di queste animazioni, quella centrale, è stata poi elaborata in post-produzione. Qui è stato aggiunto un ulteriore livello creando una fusione di composizione con un'animazione ottenuta con la tecnica dello stop-motion dove ho utilizzato dei frame realizzati con la tecnica del databending. Questa, usata dagli artisti della Glitch Art, viene applicata lavorando direttamente sulla struttura dei dati che compongono un'immagine. Questi dati sono memorizzati e contenuti nei formati digitali (.JPG, .PDF, .MP4...) e vengono interpretati dai software per elaborarli in informazioni e permettere così il displaying di contenuti digitali sugli schermi. Attraverso l'alterazione di questi dati con l'uso improprio di software in fase di interpretazione dei dati, in questo caso ho utilizzato due editor di testo e per il calcolo esadecimale, riusciamo a mettere le macchine nella condizione di generare degli artefatti glitch al momento del salvataggio. Il lavoro è stato quello di mettere tutte queste tecniche e processi in comunicazione. Assemblare, curare e supervisionare le componenti generate dalle macchine. Un buon motivo per lavorare e collaborare con macchine intelligenti potrebbe essere quello di stabilire delle connessioni.
Il video presentato per il Premio Cinello Unlimited è stato anche incluso nella pubblicazione "Arte e tecnologia del terzo millennio. Scenari e protagonisti, I Quaderni della Collezione, Vol. II", della Collezione Farnesina.
https://collezionefarnesina.esteri.it/collezionefarnesina/it/pubblicazioni/arte-e-tecnologia-del-terzo-millennio.html
Collettivo D.A.P.A.
Onlife
Nello specifico, ZOOM si è rivelato il supporto adatto per immaginare scenari alternativi e inventare forme di sim-patia collettive. Le room sono divenute ambienti aperti all’imprevisto e alla molteplicità invisibile. L’apparato visivo e l’interazione sonora tra gli-le utenti sono stati i punti di partenza per creare atmosfere immersive e dare vita a comunità estemporanee.
Marcin Gierat
Man in the Glass
Nicola Gobbetto
You can fix it if it's broken, but you can still see the crack!
Chiara Lecca
Collettivo Clarulecis
Marcello Maloberti
Martellate_project
Una raccolta digitale di una moltitudine di voci, una marmellata psichedelica di contenuti e temporalità: questo è Martellate_Project, la trentennale raccolta a voce scritta di momenti di vite dell’artista Marcello Maloberti. Un libro virtuale in divenire, che si manifesta attraverso l’immediatezza del linguaggio e delle immagini che lo compongono. Queste sono le caratteristiche principali delle frasi, che si succedono nella pagina Instagram a colpi di slogan. Titoli ironici, diretti e irriverenti che conservano la freschezza delle conversazioni orali. Aforismi rinnovati, epigrafi che spaziano dalla poesia all’ironia, dall'uso del linguaggio verbale alla frase rubata, in un’incessante sovrapposizione di umori e di registri formali.
Martellate_Project è un flusso di coscienza composto da note, disegni, collage, suoni rubati da altri contesti (dai social o da YouTube), registrazioni, opere, video originali e frammenti di immagini. Un linguaggio performativo che descrive eventi quotidiani e che raccoglie le suggestioni dei contesti urbani. Una narrazione umana che si nutre dell’altro, della realtà, delle relazioni; in quest’ottica attraverso post, storie, storie in evidenza, il progetto si è aperto a collaborazioni, take over con artisti di ogni generazione che si confrontano con il progetto, per dare voce a una coralità ampia e multiforme. Più voci, che danno voce a corpi assenti, in questo periodo di vuoti, vuoto.
Questi scritti ingombranti e taglienti, questo libro di titoli che non necessita di altre spiegazioni, mostra la crisi delle narrazioni lunghe in favore di una vita fatta di istanti. Rimane solo il titolo, dove nell’inizio c’è anche la FINE.
Vincenzo Marsiglia
Un ritratto per unirci
L’intento è stato quello di creare una comunità reale e virtuale chiedendo un Selfie che è stato rielaborato in un vero e proprio ritratto digitale grazie all’ausilio dell’applicazione
Interactive Star App, creata nel 2012. Un ritratto digitale che come tutte le sue opere si sviluppa a partire da una stella a quattro punte che è diventata con il tempo il suo segno
distintivo. Comunità virtuale perché il progetto nasce tramite i social come Instagram e Facebook dove ogni giorno, dal 4 aprile, una serie di ritratti è stata pubblicata.
Marinella Senatore
We rise by lifting others
Massimo Uberti
Spazio Amato
Concepita dall’artista durante il lockdown, la grande installazione ha preso forma partendo dal presupposto di affrontare il problema di come un’opera d’arte, sopratutto ambientale, potesse essere fruita in una contingenza anomala come quella del 2020. Grazie alle caratteristiche iconiche e di forte impatto visivo, l’opera si è tramutata inoltre in un messaggio personale di ogni singolo visitatore, affidato al web e ai social networks utilizzati per la sua diffusione.
La ricerca di Massimo Uberti, da sempre focalizzata nell’articolazione espressiva del paradigma della luce come spazio possibile e rivelato, utilizza anche in questa occasione la fonte luminosa del neon come traccia semantica per ridisegnare il paesaggio che ospita l’intervento. SPAZIO AMATO traduce il tempo che stiamo vivendo in ricordo attraverso un’apparizione evanescente e poetica che irrompe per un breve attimo nell’immutabilità del territorio maremmano.
Oggi, grazie all’intervento delle Terre di Sacra, l’opera diventerà parte integrante del territorio in maniera permanente, essendo ogni anno re-installata nella meravigliosa cornice dell’oasi di Burano.
Silvia Vecchiato
Sushi Syrup
Categoria Giornalista
Il migliore articolo di carattere divulgativo in ambito arte, cultura, innovazione digitale, scritto nel periodo e pubblicato (anche) su piattaforma digitale (website, app, canali social)
Giovanni Audiffredi
New Rinascimento
Nicolas Ballario
Te la do io l'arte
Luca Beatrice
Nuove figure e un "controllo qualità" per cambiare
Matteo Bergamini
exibart Live! Magazine
Stefano Bucci
Europa, città aperta
Germano D'acquisto
La generazione che stiamo perdendo
Franco Fanelli
Per le gallerie la pandemia era già iniziata prima
Silvia Granziero
Forse con la cultura non si mangia, ma ci si difende dall'autoritarismo
La cultura oggi resta però essenziale, non solo come bagaglio personale dei singoli, ma anche come strumento per la vitalità della società stessa e di difesa della democrazia.
Daniele Perra
Il museo del futuro è ibrido. Intervista a Peter Weibel
Massimiliano Tonelli
Perché il mondo dell’arte ha impiegato la quarantena diffondendo fake news sui social?
Categoria Progetto
La migliore campagna/progetto/piattaforma digitale veicolata via web nel periodo selezionato.
Cactus Magazine
Luca Smorgon & Simone Rossi
Fondamenta
Ilaria Bonacossa
Le Tipe Umane
Andrea Incontri & Tommaso Calabro
Letizia Battaglia, Palermo e la lotta alla mafia
Istituto Italiano di Cultura di Berlino
Radio GAMeC
Lorenzo Giusti & Leonardo Merlini
Ren-Hang, Peacock
Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci
E’ in occasione di questa mostra che il museo PECCI di Prato ha presentato anche un inedito progetto digitale: un filtro Instagram ispirato a una delle fotografie più note e iconiche di Ren Hang: Peacock (pavone). Il filtro, utilizzando il pavone come “oggetto di scena”, ha permesso agli utenti di ritrarsi nella stessa posizione della modella dello scatto originale, immersi in un’atmosfera fiabesca ed evocativa. Obiettivi del filtro -engagement: creare un’occasione di interazione degli utenti creando un link diretto con la mostra sfruttando un nuovo mezzo di promozione della piattaforma Instagram -promozione, far circolare il nome del Centro Pecci su un bacino di utenti molto ampio -marketing, attrarre nuovo pubblico, potenziali visitatori della mostra e del Centro -posizionamento, risposizionare il Centro giocando sui fattori visibilità / desiderabilità / coolness attraverso il coinvolgimento (gratuito) di influncer del mondo dell’arte Target - giovani, mondo dell’arte al momento impossibilitato a venire al Centro Pecci, pubblico straniero.
Azione Risultati Impression 417.898
Prova del filtro 46.486 Immagini scattate usando il filtro 13.430 Salvataggi del filtro nell’app 3.590 Condivisioni 1.883.
La combinazione di attività online e offline ha portato a un risultato inaspettato: il raddoppio degli ingressi medi giornalieri in paragone allo stesso periodo dell’anno precedente.
Seascape / Borders
Davide Quadrio
The Bonamist
Francesco Bonami
The sound of couture
Valentina Nervi
La collezione fall20 è nata dall’idea di rendere gli abiti “musicali”. Ogni creazione ha inserito un QR code che permette di vivere un’esperienza sonora 3D, legata al “momento” che quell’abito rappresenta.
Ogni outfit NERVI è accompagnato da un piccolo libretto contenente le istruzioni per tuffarsi in questa experience innovativa. Per vivere ancora di più il mondo della notte e della musica. Perché, citando Emmanuel Ungaro: «L’abito non deve essere portato, ma abitato». E cosa c’è di meglio che farlo suonare?
VSPACE
Galleria Massimo De Carlo
Categoria Premio di Studio
Il progetto artistico in ambito digitale più significativo realizzato da studenti che frequentano corsi di studi universitari.
Roberta Moglan
"The Sign Academy", Firenze
Per "concept art" (totalmente differente "dall'arte concettuale") si intende una "comunicazione fra due mondi": il mondo delle idee e quello del segno grafico, pertanto un concept artist non è altro che un traduttore di uno o più concetti.
Solitamente la "concept art" viene principalmente impiegata per film, quasi sempre fantasy o sci-fi, e nel campo dei videogiochi per la realizzazione di character, background, oggetti di scena, storyboard e tutto quello che ne compete.
La formazione di un "concept artist" parte dalle basi tradizionali di anatomia e prospettiva fino a portare queste ultime conoscenze nel digital painting e nella digital sculpting, utilizzando programmi quali "adobe photoshop" e "zbrush". L'obiettivo finale di ogni anno, per quanto riguarda la mia Accademia, è quello di riuscire ad unire queste due conoscenze e di lavorare a stretto contatto con designer e 3d artists al fine di creare un prodotto artistico coerente dalla fase di concept, alla produzione di in-game fino alla realizzazione della promo art, ovvero un videogioco finito e completo di copertina, pronto per essere messo su un possibile mercato o piattaforma.
Il traguardo principale però, è ovviamente quello di riuscire a trovare un proprio stile, capace di essere facilmente e immediatamente riconoscibile, anche se ad oggi è una vera e propria sfida con se stessi.
Nei lavori che creo cerco sempre di far focalizzare l'attenzione su uno o al massimo due soggetti, in una situazione dove i contrasti di luce e di ombra siano il fulcro di quello che la scena vuole esprimere. Non ci sono significati particolari dietro, perlomeno non in questi studi, poichè il mio fine era quello di trasmettere per ognuno un "mood" differente.
Nei primi tre ricorre particolarmente il colore blu il quale assume per tre volte un significato differente, se nella prima rappresenta la paura di ciò che si cela negli abissi nella seconda, attraverso il forte contrasto di luce, rappresenta una solitudine interiore che viene vinta, o potremmo vederla come "il bene che vince sul male". Nell'ultimo invece non vi è alcuna "storia" ma è una semplice illustrazione del piumaggio di un corvo.
"Diana" invece è la classica "Gioconda", un'opera alla quale il lettore può e deve dare una propria interpretazione. Il rosso può rappresentare rabbia, forza o passione, accostato a colori caldi come l'arancione talvolta può anche essere sinonimo di una sottile tristezza, ciò che però la ragazza vuole raccontare sta solo allo spettatore capirlo.
Beatrice Pamio
Laurea Magistrale in Arte, Valorizzazione e Mercato Università IULM, Milano
Francesco Mangiafridda
Accademia di Belle Arti di Verona
Teresa Curotti
Accademia di danza (Staatlichen Hochschule für Musik und Darstellende Kunst)
Matteo Bianchini
Arti Visive Università di Bologna